La storia
Pur nelle difficili traversie che hanno segnato la sua storia, l’Archivio di Stato di Potenza è il più antico e fra i più prestigiosi istituti culturali della Basilicata.
La sua nascita si può far risalire al decreto 22 ottobre 1812 n. 1524, il quale stabilì l’istituzione di un archivio in ciascuna provincia del regno di Napoli. L’attuazione della norma in Basilicata si profilò sin dagli inizi particolarmente complicata, a causa della carenza, nella città di Potenza, di edifici idonei ad ospitare il neonato Archivio. La ricerca di una sede dette luogo così ad una storia lunga e tormentata, strettamente legata alle problematiche urbanistiche della città.
Furono redatti vari progetti di costruzione ex novo o di adeguamento di antichi edifici. Nel 1836, ad esempio, l’ingegnere direttore dei Ponti e Strade, Giacomo Prade, propose la costruzione di un edificio isolato sul sito di vecchie case poste sul lato orientale del Largo dell’Intendenza (attuale piazza Mario Pagano). Nei piani del Prade, il nuovo Archivio sarebbe venuto a costituire uno degli elementi qualificanti della futura piazza cittadina (FIG. 1).
Purtroppo, tutti i tentativi di costruzione ex novo fallirono e quando ormai la Basilicata era rimasta l’unica provincia del Regno ad essere sprovvista di un Archivio, quest’ultimo finì col trovare ospitalità in otto stanze collocate al secondo piano del palazzo dell’Intendenza (attuale Palazzo della Prefettura), nell’ala di recente costruzione dello stesso (FIG 2).
L’inaugurazione ebbe luogo il 21 novembre 1850: «frammezzo le grida di Viva il Re, ripetuto dal cuore più che dal labbro de’ primi e più spettabili frà funzionari, impiegati ed abitanti di questo capoluogo, nella maggior sala dell’Intendenza, avea luogo la solenne inaugurazione ed apertura di questo stabilimento.»
Nonostante le precarie condizioni logistiche e la carenza di personale, l’Istituto archivistico riuscì ad assumere il ruolo di centro animatore della cultura storica locale. Particolarmente intensa fu l’attività di Antonino Tripepi, direttore dal 1897 al 1929, il quale favorì il formarsi, intorno all’Archivio, di un vivace gruppo di studiosi, costituito per la gran parte da giovani docenti di fuori regione, che avrebbero successivamente avuto una brillante carriera accademica. Tra questi Gino Luzzatto e Gennaro Mondaini, Pietro Fedele, Corrado Barbagallo, Pietro Orsi. Dal gruppo prese vita il primo periodico di studi storici della provincia: la “Rivista storica lucana”, edita dallo stabilimento tipografico Carlo Spera di Potenza. (FIG. 4)
Il mensile, diretto da Antonino Tripepi e il cui primo numero vide la luce nel mese di dicembre del 1900, purtroppo non ebbe vita lunga: l’ultimo fascicolo, il IV-V, fu pubblicato nell’aprile del 1901. La cessazione dell’esperienza fu probabilmente causata dal venir meno di quel gruppo di studiosi che vi aveva posto mano, quasi tutti destinati ad altre sedi scolastiche.Nel 1932, per effetto del regio decreto 22 settembre n. 1391, la denominazione dell’Istituto mutò in quella di Archivio provinciale di Stato.
Contemporaneamente, fu ripreso in considerazione il progetto di costruire una nuova sede per l’Archivio. Nel 1936 la Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna risultò vincitrice dell’appalto concorso bandito dall’Amministrazione provinciale di Potenza con il progetto dell’architetto romano Ernesto Puppo. L’edificio, costruito ai piedi di una scarpata a valle dell’attuale corso Garibaldi, costituisce una delle più pregevoli testimonianze dell’architettura del Novecento a Potenza. Esso fu terminato nel 1939 e le operazioni di trasferimento del materiale archivistico ebbero inizio nel mese di giugno del 1940. Nella nuova struttura trovarono posto sia gli uffici della Sezione di Archivio di Stato di Potenza - come si chiamava allora l’istituto per effetto della legge 22 dicembre 1939 n. 2006 -, che quelli del Provveditorato agli Studi e della Biblioteca Provinciale. La Sezione di Archivio di Stato di Potenza dispose finalmente di una sede adeguata in cui poterono essere riuniti i fondi archivistici prima dispersi, acquisiti nuovi fondi e compiuti diversi lavori di riordinamento (FIG. 5).
Con d.p.r. 30 settembre 1963 n. 1409 l’Istituto ha assunto l’attuale denominazione di Archivio di Stato di Potenza.
L’edificio di corso Garibaldi è stato danneggiato dai violenti terremoti del 23 novembre 1980 e del 5 maggio 1990, in seguito ai quali è stato abbandonato. Dal 1995 l’Archivio di Stato di Potenza ha sede in un fabbricato non monumentale sito in via Nazario Sauro n. 1. È in fase di attuazione il progetto per la risistemazione dell’edificio di corso Garibaldi, per il quale sono previste opere di restauro e adeguamento.