Storie di vite sospese

L’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare,
Sottosezione di Potenza.

Nel giugno del 1915 per opera di un gruppo di nobildonne bolognesi guidate dalla contessa Lina Bianconcini Cavazza, venne fondato l’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare sul modello di un’analoga istituzione francese. L’Ufficio nacque dall’esigenza di facilitare le comunicazioni relative ai soldati al fronte tra il Ministero della guerra e le rispettive famiglie.

La sede centrale fu posta a Bologna e sezioni vennero istituite in tutte le sedi di corpo d’armata territoriali e nelle città prossime alle zone di guerra. Nelle circoscrizioni di ogni sezione furono istituite sottosezioni in tutte le sedi di distretti militari, di depositi o di centri di mobilitazione e di ospedali con oltre cento letti. Per rendere più agevole l’intermediazione tra le famiglie e le sezioni o sottosezioni furono istituiti uffici o gruppi di corrispondenza affidati a comitati o a persone volenterose anche nei più piccoli centri abitati. A Roma invece fu organizzato un ufficio centrale per le informazioni relative alle famiglie dei militari di mare.

Il Ministero della guerra stabilì che i comandi dei corpi dei reparti e dei servizi mobilitati avrebbero dovuto trasmettere ai depositi un elenco dei militari morti, feriti e dispersi, tuttavia notizie ufficiose giungevano prima dai cappellani militari degli ospedali, dalle infermiere della Croce Rossa e dalle “dame visitatrici” che raccoglievano giornalmente informazioni sui degenti negli ospedali.

Nell’Ufficio centrale di Bologna si lavorava ad uno schedario generale di tutti i militari dello Stato, mentre in ciascuna Sottosezione in sede di Distretto militare, fu prodotto uno schedario contenente notizie relative ai militari residenti nel territorio. Le schede degli Uffici erano prestampate e contenevano spazi per la registrazione delle informazioni relative al militare (nome, paternità, grado, matricola, arma, reggimento, battaglione, compagnia, classe, luogo di dimora, luogo e data della morte). Raramente però queste schede sono compilate per intero. Per agevolare la consultazione le schede venivano stampate di diversi colori, verdi per i militari usciti dagli ospedali perché guariti, bianche per quelli che erano malati, feriti o trasferiti in altri centri ospedalieri, grigie per i dispersi e i prigionieri e ruggine per le notizie di morte che venivano cambiate in azzurro appena la notizia diveniva ufficiale. Le schede in cui si richiedevano notizie erano rosa, arancioni se si sapeva che il militare era malato o ferito ma non si conosceva lo stato di salute o dov’era degente. Spesso il colore delle schede, a causa dell’incessante mole di notizie, non risultava sempre attendibile.

Talvolta alle schede compilate era allegata corrispondenza di varia natura.

La sottosezione dell’Ufficio di Potenza si articolava in un consiglio di vigilanza presieduto da Alberto Romolotti, e in una presidenza prevalentemente composta da donne al cui vertice era Rosa Gilio Montesano. La sede della sottosezione fu inizialmente istituita presso l’Istituto zootecnico cittadino, fu trasferita al piano terra del teatro Stabile e poi nei locali della Cassa Agraria in Piazza del Sedile fino a stabilirsi in via Pretoria nei locali offerti dall’Avvocato Raffaello Pignatari. Nel 1918 la Sottosezione potentina vantava uno schedario di 51000 fascicoli.

Dopo la disfatta di Caporetto ogni sezione o sottosezione cominciò ad annotare su speciali moduli le generalità dei profughi che arrivavano nel loro territorio competente. L’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare cessò ufficialmente le proprie funzioni nel mese di Luglio del 1919.